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La famiglia voluta da Dio qui sulla terra è stampata ad immagine della Trinità.
Se l'uomo è fatto ad immagine di Dio, anche la famiglia è fatta ad immagine
della Famiglia eterna: Padre, Figlio e Spirito Santo in Cielo; Giuseppe,
Maria,Gesù famiglia in terra, secondo. il modello della famiglia divina.
Ma la famiglia di Nazareth diventa modello per gli uomini: coloro che vogliono
conservare l'ordine di Dio debbono specchiarsi in questa famiglia tipo: la
famiglia di Nazareth. Oggi la famiglia è in crisi, ed è colpa nostra se in crisi
si trova la famiglia cristiana, perché non abbiamo osservato il comando di Dio;
abbiamo trasgredito il comandamento del Signore circa la famiglia e ci siamo
lasciati trascinare dalla famiglia secondo il modello umano, secondo il modello
del tempo; non abbiamo avuto la forza di reagire, non abbiamo lottato come
dovevamo per conservare la culla della vita, per conservare l'ordine voluto da
Dio nella famiglia; ed ecco, la famiglia cristiana è stata trascinata nel
vortice della crisi familiare che attraversa il mondo d'oggi. Dobbiamo
riflettete sulla colpevolezza nostra nel non saper reagire alle dottrine del
mondo e al modo di agire del mondo; ci siamo lasciati ingoiare dal mondo, che
pur dovevamo odiare, secondo il precetto del Signore; non abbiamo difeso il più
grande tesoro che Dio ci ha dato, su cui poggia tutta la vita dell'uomo: la
famiglia.
Se la società degenera è perché degenera là famiglia. Se la famiglia si
conserva intatta, siccome è la forza della vita, tutta l'umanità, tutta la
società si conserva intatta; ma, toccata la famiglia, tutto crolla.
Oggi è in crisi l'autorità paterna; i figli non vogliono riconoscere l'autorità
del padre e della madre; vogliono rendersi liberi e indipendenti, perché siamo
tutti uguali
E' una dottrina perversa. E'.. vero che siamo uguali nella dignità umana, ma è
anche: vero che c'è un ordine stabilito: c'è chi comanda, c'è chi obbedisce,c'è
chi dirige e c'è chi deve essere diretto, perché questo è l'ordine voluto da
Dio. Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli e ha stabilito il
diritto della madre sulla prole. Dio esige l'onore dei figli nei riguardi del
padre, che tiene il posto di Dio, ma lo esige anche nei riguardi della
madre.Quando noi non sottomettiamo noi stessi al padre e alla madre; allora
manchiamo al comandamento di Dio; Il Signore annette all'obbedienza al padre e
alla madre ogni più larga benedizione. Quando i figli non si sentono benedetti,
non si vedono benedetti, debbono esaminare il loro rapporto con i genitori: dove
i figli si ribellano ai genitori, dove non onorano il padre o la madre, ivi
sicuramente la maledizione scende, perché si apre la porta al male.
Dove c'è l'obbedienza, l'amore, la sottomissione, ivi c è lunghezza di vita,
come dice la Scrittura, esenzione da malattie; ivi c'è la benedizione del
Signore.
Questo è il primo rapporto dei figli con i propri genitori. Questo rapporto è
convalidato dal modo di comportarsi di Gesù nei riguardi dei genitori: "Era
sottomesso a Giuseppe e a Maria . .
Giuseppe era colui che rappresentava Dio. Dopo Giuseppe veniva Maria che, pur
essendo la più grande: in dignità tra le creature umane, perché era Regina del
Cielo e della Terra, cioè al di sopra di tutte le creature anche angeliche, per
il posto che aveva, era sottomessa a Giuseppe. E Gesù, pur essendo il figlio di
Dio, per il posto che occupava; era sottomesso a Giuseppe ed a Maria
E' Dio che vuole quest'ordine, rispetta questo ordine. Dio si rivolge sempre a
Giuseppe quando ha da prendere una soluzione. Quando è necessario fuggite in
Egitto, Gesù, come dice il Vangelo, non è avvertito, non è avvertita Maria (dopo
tutto il figlio era di Maria), ma Dio avverte Giuseppe.Quando la famiglia deve
ritornare dall'Egitto Dio avverte Giuseppe, non Maria. Tutte le soluzioni
vengono prese da Giuseppe, tutte le iniziative vengono da Giuseppe. Maria e Gesù
sono sottomessi a Giuseppe perché lui è il capo di casa, è il padre costituito
da Dio, sebbene Maria è sposa dello Spirito Santo, sebbene il Figlio è opera
dello Spirito.Oggi la figura del padre è in crisi, ed è per questo che è in
crisi tutta l'autorità. Quando l'autorità del padre non viene riconosciuta,
viene scossa dalle fondamenta tutta la società umana, perché, se non si
riconosce l'autorità del padre, non si riconoscerà qualsiasi autorità qui sulla
terra, perché è dalla paternità che discende l'autorità. Ecco perché dobbiamo
rivalutare la figura del padre. Siamo nell'anno del Padre e dobbiamo rivalutare
la figura del padre se vogliamo salvare la famiglia. La madre deve rivalutare la
figura del padre, davanti a se stessa e davanti a Dio. La Sacra Scrittura dice
chiaramente che la moglie deve essere sottomessa al marito. E' la legge di Dio.
Possono venire tutte le leggi umane per modificare questo modo di essere in
famiglia, ma saranno tutte leggi inique, che il cristiano non deve seguire. Il
fatto che noi cristiani ci siamo adeguati alla mentalità moderna e abbiamo
rivendicato la parità dei diritti ad oltranza tra marito e moglie, ha portato
allo sfascio delle famiglie. La moglie deve essere sottomessa al marito. Il capo
di casa è il marito; la moglie non deve ribellarsi; anche se ha gli stessi
diritti del marito, la stessa dignità del marito, per il posto che occupa, deve
essere sottomessa al marito, come Maria, Madre di Dio, è sottomessa a Giuseppe;
come il figlio di Dio è sottomesso a Giuseppe. Ma anche i genitori hanno le loro
responsabilità. Il padre deve occuparsi di tutta la famiglia, il marito della
moglie; deve amarla, deve aiutarla, deve farla crescere nella vita, deve
tutelarla. Il padre deve amare i figli, deve custodire i figli, deve sostenere i
figli: è l'obbligo del padre. La madre deve sostenere i figli, deve allevarli,
deve innanzitutto accettarli, quelli che il Signore le dà, non è arbitra. Con
responsabilità deve accettare i figli di Dio e allevarli in piena sottomissione
alle leggi del Signore, per cui ci sono i diritti, sì dei padri e delle madri
verso i figli, ma ci sono anche dei diritti dei figli verso i genitori,
innanzitutto il diritto ad essere rispettati come figli di Dio, il diritto ad
essere sostenuti, fl diritto ad essere amati e di essere educati.
Quando si osservano i doveri e i diritti da entrambe le parti, allora la
famiglia fiorisce; quando si infrange il rapporto, o tra marito e moglie o tra
genitori e figli, la famiglia si sfascia.
E' inconcepibile, ed è scandaloso che, dopo un anno, due anni, la moglie dica:
"Non sento più mente per il marito e me ne vado con un altro"; com'è scandaloso
che il marito, dopo pochi mesi, un anno, sette anni dica: "Non sento più niente
per mia moglie e me ne vado", lasciando così i figli.
Che cos'è questo non sentir niente? E' una tentazione diabolica; per stare uniti
in famiglia non bisogna sentire: c'e' il dovere! Il sentire può
variare secondo i tempi e le circostanze per tanti motivi. Se noi fondiamo
l'unità della famiglia sul "sentire la famiglia crolla.
L'unità coniugale è un dovere, è un legame contratto davanti a Dio,
eterno!.
Che cos'è questo "sento" e "non sento"? Poi sento di nuovo e mi unisco, poi
non sento niente e me ne vado!... Non è il sentire che fonda la famiglia, ma è
la volontà, è la volontà di entrambe le parti, giurata davanti a Dio, consacrata
da un Sacramento. Quello che conta è questo.
Se non crediamo a questo e fondiamo la nostra casa sul sentimento è, come dice
il Vangelo, una casa fondata sulla sabbia, non sulla roccia. Al primo uragano,
al primo vento di tempesta (perché uragani e tempeste ce ne saranno sempre nella
vita, come per noi ci saranno sempre il bel tempo e il cattivo tempo) quella
casa crolla. Perché tante unioni crollano? Perché sono fondate sulla
superficialità del "sentire" e sul preteso diritto di separarsi e di andarsene
per conto proprio; sull'egoismo di star bene, di star meglio, non sopportando le
difficoltà della vita, non sopportando tutte quelle prove che il vivere insieme
comporta. Certamente vivere insieme è sacrificio, certamente stare insieme per
tanti anni comporta dei momenti bruschi, ma tutti questi momenti bruschi vanno
superati con la buona volontà, vanno superati soprattutto con la Grazia di Dio,
e il buon Dio aiuterà. Ma è sacrilego rompere il coniugio perché non
si sente più niente..
Che cosa devi sentire, tu uomo, tu donna? Devi sentire il tuo dovere, non la
voce dei sensi, non la voce dei sentimenti; perché la voce dei sensi, la voce
dei sentimenti dura poco, varia da un minuto all'altro, e tu non hai fondato la
famiglia su ciò che muta ogni momento, ma su ciò che è stabile: l'amore!
E la volontà di Dio è il giuramento che hai fatto davanti al Signore!
E' questa instabilità dell'unione matrimoniale che rende precaria la famiglia e
rovina la società.
Noi famiglie cristiane siamo chiamate a salvare la società, e l'unica salvezza
che possiamo dare alla società è ristabilire l'unità della famiglia, ad
ogni costo.
Non si deve udire in mezzo a noi il divorzio: è una legge iniqua, una legge
malsana, una legge che ha rovinato tante coscienze, ha rovinato tanti figli, ha
rovinato la società; non è una legge di Dio.
Già nell'Antico Testamento il Signore diceva: Io odio il divorzio...
Nell'Antico Testamento. E nel Nuovo Testamento c'è la voce di Gesù: - L'uomo non
osi separare ciò che Dio ha unito, e se la donna si separa dal marito e ne
prende un altro è adultera, e così anche all'inverso: se è la moglie a separarsi
e sposa un altro uomo è adultera, maledetta da Dio...
Qui c'è la maledizione di Dio.. . Il divorzio è maledetto da Dio.. .
Anche la semplice separazione senza un motivo valido, non un secondo matrimonio,
non un secondo divorzio, una seconda convivenza, è cosa non gradita a Dio. E
allora noi pecchiamo contro Dio, contro i figli, contro la società, e non
dobbiamo poi lamentarci che le cose vadano male, che le malattie imperversino
sulla terra, che tutto crolla, che nella società non c e più modo di vivere:
siamo stati noi a minare col nostro comportamento la vita della società e ad
attirarci il castigo di Dio!
E allora, fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di farci comprendere il
valore della famiglia, cerchiamo di comprendere qual è il nostro dovere;
pratichiamo e predichiamo queste cose. Facciamoci paladini di una famiglia sana,
fondata sulle leggi di Dio, fondata sull'amore e non lasciamoci trascinare dagli
esempi distruttivi di chi divorzia. Sentiamo spesso dire: "Questo ha divorziato
da questa e ha sposato questa, ha divorziato dalla terza e ha sposato la quarta
. . .' . E sono tutti personaggi riveriti da noi, applauditi da noi...
Peccato!...
Dovremmo disonorarli davanti a Dio, gridare! . . . E invece riveriamo i
peccatori, riveriamo i modelli funesti, quelli che rovinano la società e si
presentano davanti ai teleschermi come uomini di onore: sono questi gli
assassini che noi riveriamo, rovina della nostra società, e che si presentano
come modelli quando hanno scandalizzato e scandalizzano i nostri figli e li
inducono a fare lo stesso.
Dobbiamo reagire. E' la coscienza cristiana che déve reagire e deve dire pane
al pane e vino al vino; dobbiamo guardare a Cristo, guardare al modello
vero, unico che è quello della famiglia di Nazareth, mirare a salvaguardare il
valore che Dio ha dato nelle nostre mani perché non sia sperperato.
Salviamo la famiglia! Se salviamo la famiglia. avremo salvato la società, ma se
non salviamo la famiglia noi cooperiamo allo sfascio della società, e saremo
coinvolti con tutti gli altri nel danno che già si profila davanti ai nostri
occhi
P.
Matteo. La Grua
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