Da: “Il soffio di Dio nell’Apostolato di padre Matteo La Grua”

 

 

 

Gesù non ci lascia mai soli

 

 

     Molti dobbiamo essere riconoscenti a padre La Grua se abbiamo veramente incontrato il Signore, perché ci ha inse­gnato a conoscerlo ed ad amarlo, a seguirlo nella verità e nella letizia, a non disperare mai, ma a confidare nell'amore di Colui che solo ha saputo dare la vita in cambio della nostra vita.

     Egli ci dona la parola di Dio con grazia e dolcezza, ci pre­senta un Cristo che si fa piccolo e mendicante, per bussare alla nostra porta, per farsi accogliere nella nostra casa e preparare la nostra salvezza.

     Egli ci fa conoscere un Cristo che è risorto, che si fa trova­re da chiunque lo cerca, che non vuole godere della sua beati­tudine, ma della beatitudine dei suoi figli. Egli ha il grande merito di attualizzare la parola di Cristo e di farcela comprendere pienamente, è una parola che si posa leggera nel nostro cuore e spesso trasforma la nostra vita in maniera radicale.

     Quanti potrebbero testimoniare di avere cambiato completamente il loro modo di pensare e di agire in seguito ad una sola parola da lui pronunziata in assemblea! Andiamo tutti alla sorgente che Cristo ha fissato come perenne dimora del suo Spirito, riempiamoci della sua grazia e della sua benedizione, usciamo dall'angoscia, dalla solitudine, dall'indifferenza, dall'apatia, che rischiano di ucciderci a poco a poco e ci rendono gelidi e disumani. Alimentiamoci del pane di vita che ogni giorno impasta per noi, lasciamo che il suo sangue scorra nelle nostre vene e una forza straordinaria si impadronirà di tutto il nostro corpo. Gesù non è come noi, non si tira indietro, non fugge, non ci lascia soli nel portare la croce, è sempre lui che la porta per noi, non si nasconde, muore, risorge, siede alla destra del Padre, ma i suoi occhi non si stancano mai di illuminare gli sguardi dei suoi figli.

     Egli promette che verrà nel mondo a giudicare i vivi e i morti, che risorgeremo con lui riprendendo il nostro corpo, e intanto ci affida allo Spirito Consolatore perché stia con noi, si prenda cura di noi, ci assista nelle malattie e ci preservi da ogni male.

    Cristo è il nostro guaritore, il redentore, ma anche lo psi­cologo, il neurologo, il chirurgo; se andiamo da lui con apertu­ra di cuore, col desiderio di vederlo e di abbracciarlo, lo trove­remo al nostro fianco, ci chiederà di seguirlo, di non temere e di lasciarci afferrare dal suo amore.

    Egli ci farà uscire dalla triste situazione nella quale ci tro­viamo, ci libererà da ogni tormento e scioglierà la nostra superbia e il nostro orgoglio.

    Basta dire soltanto: "Gesù, voglio amarti, voglio essere tuo, brucia il mio orgoglio, vinci ogni mia resistenza, portami via dai beni fallaci, insegnami ad amarti" allora la nostra vita comincerà a cambiare e rivivremo.

    Sono insegnamenti preziosi questi che padre Matteo ci offre come dono di vita, dobbiamo tenerli dentro di noi come tesori nascosti, perché possiamo servircene per coltivare la nostra fede e tenere sempre viva la fiamma del nostro spirito.

   Quello che meraviglia non è certamente ciò che padre Matteo dice e opera, ma ciò che il Signore dice e opera per mezzo suo.

   Abbiamo Cristo vivo in mezzo a noi, non scoraggiamoci, andiamo da lui, non abita lontano, non dobbiamo arrovellarci per incontrarlo, non dobbiamo cercarlo ancora a Gerusalemme, lui è in ogni cuore che vuole amarlo e farlo conoscere.

   Questo nostro sacerdote, della Chiesa del Sacro Cuore di Palermo, non fa che benedire Dio in nome di Gesù perché tutte le creature siano salvate, siano condotte nella casa del Padre e abbiano di che mangiare, di che bere e dove dormire.

   Mi trovo in questa terra, vivo questo tempo e voglio testimo­niare con forza che Gesù non solo è venuto ne mondo ma è rimasto in mezzo a noi e vive con noi. La luce è venuta dal cielo per illuminare la terra, per rischiarare i cuori affranti, per spazzare via le tenebre dal nostro cammino, per restituirci la pace e la gioia, perciò volgiamo gli occhi a questa luce e non temiamo alcun male.

 

                                                                                   Salvatore Li Bassi

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