La Bibbia, il libro della nostra formazione

Lino Cignelli ofm * dello Studium Biblicum Franciscanum - Gerusalemme

 

Tema basilare e decisivo per il nostro destino e per la qualità della nostra vita a ogni livello. La vita si gioca sulla Parola di Dio.

Ce lo dice la Bibbia stessa (cfr. Dt 28;30,15ss; Mt 19,16ss). Tutto il bene nasce e cresce dalla Parola di Dio  (cfr. Sai 33,9; Gc1,18). Ecco perché conoscerla e praticarla «per l'uomo è tutto»    (Qo 12,13), è il primo dovere e il supremo interesse (cfr. Mt7,24ss). Di qui anche le pressanti esortazioni di san Paolo: «Dedicati alla lettura [della Bibbia s'intende]! Annunzia la Parola! Insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna...» (1 Tm 4,13; 2 Tm 4,2;cfr. At 18,9; Dei Verbum 25; Presbyterorum ordinis 4 e 13). Per capire meglio questi solenni imperativi, richiamiamo i concetti fondamentali sulla Bibbia o Parola di Dio (cfr. Dei Verbum).

1. Cos'è la Bibbia

Non è una cosa, preziosa quanto si voglia, ma una persona. E' il Signore Gesù (cfr. Gv 5,39s; 6,63), il Maestro unico (cfr. Mt 23,8), il nostro Tutto (cfr. Col 3,11). La Bibbia, la Parola è dunque Lui stesso, il Dio-Uomo, l'Emmanuele, la sua presenza viva ed eloquente in mezzo a noi!  Questo Libro-persona ha un cuore e una voce, palpita, ama, chiama, come l'Eucaristia di cui è il complemento. Ricordiamo la felice espressione di sant'Ignazio Martire: «Mi sono rifugiato nel Vangelo come nella carne di Gesù» (Filad. 5,l). Non si è quindi soli quando si ha la Bibbia con sé. La Parola di Dio velata di parole umane, il «corpo verbale di Cristo» (M. Pontet), ci libera dalla solitudine e ci offre la migliore delle compagnie: quella stessa che faceva esultare la Vergine Madre (Lc 1,47)...

 

2. Scopo della Bibbia

E' la salvezza e la vita eterna (cfr. Lc 8,12; Gv 20,31). La Parola di Dio serve dunque, e serve a tutto (cfr. 2 Tm 3,16s.

Serve a dare senso, luce, forza, fecondità, gioia, dignità, bellezza alla nostra vita individuale-familiare-sociale. Serve a scoprire e assimilare i valori autentici, ad avere sanità mentale e morale, a promuovere il benessere di tutto l'uomo e di tutti gli uomini, a suscitare insomma la vera civiltà: quella della verità e dell'amore (cfr.Gv 8,31 ss; 13,34s). Per rifare sana, forte, felice l'umanità ci vuole anzitutto una buona cura di Bibbia... (cfr. Sal 107,20; Sap 16,12). Se «la Parola di Dio è per la vita» (Giov. Paolo II), ne segue che dobbiamo studiarla non per saperla soltanto ma per praticarla, non per essere dotti ma per diventare buoni o migliori. Bisogna dunque superare lo studio nozionistico, farisaico (cfr. Sal 50,16ss; Mt 7,21ss; 23,2ss), e ricuperare lo studio esistenziale della Bibbia (cfr. Gc 1,21 ss). Il principio classico «non scholae sed vitae discimus» vale soprattutto in questo campo, pena un maggiore castigo     (cfr. Lc 12,47s)...

3. Libro per tutti, nessuno escluso

Dio vuole tutti salvi (cfr. 1 Tm 2,4) e perciò offre a tutti, tramite la Chiesa, la sua Parola di salvezza e di vita (cfr. Ne 8; Mc 16,15s). A nessuno può essere negata, nessuno può farne a meno. La Bibbia è una grazia impegnativa, obbligante, da cui dipende tutto: la qualità della vita e il destino eterno dell'uomo. Chi l'accoglie e la mette in pratica è saggio e si salva; chi non l'accoglie e non la mette in pratica è stolto e si danna! (cfr. Mt 7,24ss; Mc 16,16). Ne deriva il primato assoluto della Bibbia su tutti gli altri libri, primato sottolineato così bene da san Francesco...      I sacerdoti e i religiosi hanno il dovere sacrosanto non solo di conoscerla bene personalmente (cfr. Dei Verbum 25), ma anche di insegnarla agli altri con l'esempio e la parola, senza falsificazioni di sorta (cfr.2 Cor 2,17; 4,2). Ricordiamo le parole di san Paolo: «Guai a me se non predicassi il Vangelo!»    (1 Cor 9,16).

4. Chi capisce e vive la Bibbia

 

La Parola di Dio è per tutti, ma non opera automaticamente. E' un seme che porta frutto solo nella «terra buona», cioè in chi l'accoglie con cuore buono e perfetto e lo coltiva con impegno perseverante (cfr. Lc 8,15). Ha il cuore buono e perfetto il credente, l'umile generoso, il povero di Jahvè (cfr. Is 66,2), colui che venera «la Parola» (cfr. Is 66,5; Sal 56,11), chiede al Signore di fargliela capire e vivere sempre meglio (cfr. Sal 119,33ss. l29ss), la medita senza fine, cerca di calarla nella vita di ogni giorno (cfr. Sal 119,2ss) trovandovi la luce, la forza, ogni bene (cfr. Sal 19,8ss). Il segreto dunque di uno studio fruttuoso della Bibbia non è la scienza, la cultura, ma il cuore buono e perfetto, l'obbedienza, la fede operosa, come quella della Madonna (Lc 1,38.45), di san Giuseppe (Mt 1,24), degli Apostoli (Mt 4,19ss; At 22,10), di tutti i Santi... La Bibbia è la scuola di Dio, dello Spirito Santo, il quale - onnipotente com'è – sa adattarsi a tutti i livelli, a tutte le capacità dell'uomo. Per cui capisce la Bibbia chi la vuol capire; e più la si vuol capire e praticare, più la si capisce e pratica, e meglio quindi si realizza la propria formazione umana e cristiana, sia iniziale che permanente.

Bibliografia: E. Charpentier, Per leggere l'Antico Testamento, Boria 1983; Idem, Per leggere il Nuovo Testamento, Boria 1982.

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