che sia loro ripetuto questo 
				invito. 
				
				Alzati tu che sei deluso, 
				alzati tu che non hai più speranza, 
				
				alzati tu che ti sei 
				abituato al grigiore e non credi più che si 
				
				possa conseguire qualcosa di 
				nuovo; 
				
				alzati, perché Dio sta per 
				fare « nuove tutte le cose» (Ap.21,5).
				
				Alzati tu che ti sei 
				assuefatto ai doni di Dio, alzati tu che 
				
				hai dimenticato la capacità 
				di meravigliarti, alzati tu che hai
				perduto la   
				
				confidenza di chiamare Dio « 
				abbà », « papà »:alzati e torna a essere pieno di 
				
				ammirazione per la bontà di
				Dio. 
				
				Alzati tu che soffri, alzati 
				tu a cui la vita sembra aver negato molto, alzati 
				
				quando ti senti escluso, 
				abbandonato, 
				emarginato: alzati perché Cristo ti ha 
				
				manifestato il suo
				amore e tiene in serbo per 
				te una insperata possibilità di
				
				realizzazione e di 
				solidarietà.
				
				 Alzati! E come il fanciullo 
				di Nain riprenderai a parlare
				(Lc 7,14) 
				e la tua
				
				 voce potrà « cantare senza 
				posa » (Sal 29,13).
				
				                                                                                            Giovanni Paolo II°