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IL DIO MAMMONA HA I SUOI TEMPLI E I SUOI SACERDOTI
Il Giornale di Sicilia del 23 aprile, giorno di Pasqua, riporta a grandi titoli un articolo ai Pietro Busetta dove si parla delle nuove tecnologie che hanno fatto dello Stock Exchange (la Borsa Valori) di New York, nella terra del dollaro, un vero tempio (il più grande del mondo) eretto al dio denaro.
Scrive l'articolista: "Qui si adora il dio denaro. E i 3000 sacerdoti che si aggirano per le enormi sale vocianti sono pronti alle 9,00 di ogni mattino per l'inizio della cerimonia di adorazione. Il segnale viene dato da un capo cerimoniere, che seduto su un soglio sopraelevato, alla vista di tutti, dà il segnale d'inizio suonando una campana. E da quel momento i 3000 addetti, ognuno vestito con la sua giacca colorata, paramenti sacri che distinguono la confraternita di appartenenza, cerca di portare, facendo più contrattazioni possibili, gloria eterna al dio adorato . . . In ogni paese che abbia abbracciato la religione del capitale vi sono luoghi di culto più o meno importanti. Ma questo è il Vaticano, la Mecca della religione".
Non si tratta, ovviamente, di una vera "religione" né di sacerdoti, ma di uomini di affari, sempre più avidi di guadagni. Il Vangelo che predicano è fornire capitali a servizio degli uomini per creare una migliore qualità della vita per tutti: "Noi forniamo servizi finanziari che aumentano il benessere ed il successo degli individui, delle industrie, delle comunità e dei paesi del mondo".
L'obiettivo sembra nobile, ma dietro l'obiettivo si nasconde uno scopo ignobile: far denari, far soldi ad ogni costo, come se il denaro fosse l'ultimo fine dell'uomo. Nell'articolo di Busetta c'è però qualcosa che non convince. Mentre da un lato ironizza con questi nuovi "sacerdoti" del dio denaro, che vogliono esportare nel mondo la loro, "religione", dall'altro ha parole di elogio e di grande ammirazione per i progressi economici e finanziari degli Stati Uniti, i cui abitanti hanno un "reddito pro-capite di 64 milioni" (ammesso che sia vero bisognerebbe chiedersi come sono distribuiti). E aggiunge: "La loro aria di bambini cresciuti troppo in fretta, le loro esagerazioni di gruppo diventano filosofie di organizzazione da prendere in considerazione molto sul serio, da studiare e forse anche da copiare. Anche se nessuno può dimenticare che al dio denaro adorato a Wall Street qualche volta è necessario portare sacrifici umani. Alcune guerre sappiamo perfettamente che sono originate da contrasti di interessi economici...
E conclude: "Ma perchè stupirsi. Niente di nuovo sotto il sole. Tutti gli dei pagani hanno sempre richiesto sacrifici umani".
Qui vorrei aggiungere qualche considerazione.
Chi sono gli dei pagani? Noi oggi sappiamo che non sono mai esistiti. E' sempre esistito ed esiste un solo Dio, Padre di tutte le creature, che comanda a tutti (individui o popoli) di non rubare, di non uccidere, di non fare agli altri ciò che non si vorrebbe che fosse fatto a se stessi. Nessuno ha il diritto di fare il male per diventare più ricco. Chi cerca di aumentare il proprio potere per dominare il mondo, con qualunque mezzo, non può diventare un modello di comportamento. Ancora: i popoli più ricchi sono davvero i più felici? La recente esplosione dell'economia nei paesioccidentali sembra che stia aumentando in larga misura il numero dei neo-ricchi, con il curioso contrappeso della "sindrome di ricchezza improvvisa", sindrome depressiva che colpisce tanti giovani arricchiti, e di difficile cura.
Non sappiamo gli sbocchi della situazione che si verrà a creare nell'America del dollaro e in altri paesi del mondo che accettano di far parte del "culto". Possiamo anche temere ulteriori sacrifici umani di intere classi sociali, di gruppi etnici o di intere nazioni nel contrasto degli interessi capitalistici, perché il dio Mammona non fa nulla per nulla e vuole la distruzione morale ed anche fisica dell'uomo.
A noi qui interessa sottolineare la palese opposizione al Vangelo predicato da Gesù. Gesù povero, che volle una madre povera, gli apostoli poveri, e che disse: "Qual vantaggio avrà l'uomo, se guadagna il mondo intero e poi perde l'anima sua?"; e a chi voleva mettersi alla sua sequela disse: "Va', vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi" ; "Da' il superfluo agli indigenti". "Le volpi hanno le loro tane, ma il figlio dell'uomo non ha dove poggiare il capo". "Beati i poveri. .
Siamo agli antipodi del Cristianesimo predicato da Gesù. Diceva bene Gesù: "Nessuno può servire Dio e Mammona". Aveva ragione Paolo che chiamava il denaro il dio di questo mondo, il dio che schiavizza gli uomini che lo servono e rende schiave tutte le strutture mondane. Come diceva un altro saggio, tutto obbedisce al denaro.
Il mondo tecnologico di oggi si avvia verso la schiavitù più tremenda, quella del dio denaro che oscura la mente, ottunde i cuori, opprime i deboli e rende incapaci di comprendere i valori dello Spirito, perché chiude l'uomo entro i confini e gli orizzonti terreni e dice: "Non si va oltre".
La tentazione dietro cui si nasconde il Maligno, respinto da Gesù nella prova del Deserto, è grande per noi cristiani. Possiamo facilmente cedere alle illusioni e alle restrizioni della ricchezza che atrofizza in noi il seme della Parola di Dio, che per questo non arriva a far frutto.
Noi più sensibili alla voce dello Spirito Santo dobbiamo reagire coraggiosamente. La Chiesa è fondata sulla Povertà. La Povertà resta sempre un importantissimo valore della Buona Novella. Chi vuole appartenere a Cristo non può servire a Mammona. O l'uno o l'altro, dice Gesù nel Vangelo. A noi si chiede la coerenza nel pensare, nel sentire; nell'agire.
P. Matteo La Grua
WEEK-END DI VITA CARISMATICA
Così come previsto da precise disposizioni del Comitato Nazionale, l'attività di formazione dei nostri gruppi è stata concentrata, nel corso dell'anno, nello svolgimento di "week-ends" relativi all'area « A » (vita carismatica), all'area « B » (vita pastorale) e all'area « C » (vita ministeriale). Dal 10 al 12 marzo u.s. si è svolto, pertanto, il 1° Week-End (fine settimana) di vita carismatica per la nostra regione presso l'Hotel "Saracen" di Capaci (PA). A questo incontro, preparato con il consueto entusiasmo ed in clima di preghiera e condivisione fraterna, hanno partecipato circa mille persone, provenienti da tutti i gruppi della Sicilia. Spogliato da lunghi interventi e catechesi, l'incontro, durante i tre giorni, è stato scandito dal continuo susseguirsi di esortazioni spirituali (condotte dai membri del Comitato Regionale) e tempi di preghiera spontanea. Nel primo giorno siamo stati portati a gustare la dolcezza e la bellezza del "ritrovarci insieme per fare festa, dopo avere indossato il vestito più bello, messo l'anello più prezioso ed i "calzari ai piedi (cfr. Luca 15,22). Nel secondo giorno ci è stato dato di ammirare e di stupirci per i prodigi del Signore nel roveto ardente (cfr. Esodo 3,2-4) e nelle testimonianze toccanti di alcuni fratelli e sorelle, per esplodere nella potenza della lode comunitaria e riconoscere la "Signoria di Cristo", incondizionatamente accettata nel momento della nostra Effusione. Nella sessione pomeridiana siamo stati esortati a meditare sulla Potenza di Dio che, mediante la fede, ci trasforma e ci custodisce (cfr. Pietro 1,5). Dopo la Celebrazione Eucaristica, prostrati davanti al Santissimo fino a tarda notte, è stato un tempo di adorazione, intercessione e combattimento spirituale nella potenza dello Spirito Santo. Nell'ultimo giorno lo Spirito Santo ci ha condotti ad un rinnovato impegno di amore fraterno, perché "l'amore è da Dio e chiunque ama è generato da Dio" (1 Giovanni 4,7) e, dopo aver meditato su Maria, la prima carismatica e discepola del Signore, i membri del Comitato Regionale hanno pregato per una nuova effusione di Spirito Santo su chiunque lo richiedeva. La Celebrazione Eucaristica ha chiuso questo 1° Week-End con una parola del
Signore (in Giosuè 22-4,5): ". . . Ora che il Signore vi ha dato tranquillità, tornate alle vostre tende, amando il Signore vostro Dio, camminando nelle Sue vie, osservando i suoi comandi, restando fedeli a Lui e servendolo con tutto il cuore e con tutta l'anima". Prima di ritornare alle nostre case ed ai nostri gruppi, ci siamo solennemente impegnati a:
1 - ripristinare l'antico saluto, fra noi: "GESU' E' IL SIGNORE"! - ALLELUIA!
2 - ripeterci l'un l'altro: "IL SIGNORE HA BISOGNO DI TE".
Angelo Calvino
VOCE DEI CENACOLI
I cenacoli si sono costituiti su indicazione del pastorale della "Noce" per l'anno giubilare del 2000 per meditare sull'Eucaristia, tema indicato dal magistero pontificio. Si sono aperti tutti insieme il 23/11/1999 in numero di 9, divisi in vespertini e serali. Dopo circa quattro mesi di attività cenacolare, notiamo che l'interesse e la gioia non sono diminuiti, anzi c'è una maggiore apertura di tutti i componenti e si è accresciuto un più maturo "senso di appartenenza" e di unione tra tutti i partecipanti ai vari cenacoli. Struttura e fisionomia: il numero varia da un minimo di 7 ad un massimo di 15 membri che abbiano ricevuto la preghiera di effusione prima del 1999; per questi ultimi si sono però formati dei "gruppetti di prima accoglienza", che si riuniscono il lunedì sera, o il giovedì pomeriggio nel salone della Noce. I cenacoli rispecchiano la fisionomia della comunità, con i pregi e i difetti. Si è cercato di mantenere la struttura di cenacolo di formazione e di crescita indicataci dal pastorale fin dall'inizio: breve preghiera di lode e ringraziamento al Signore; lettura dei testi consigliati: Catechismo della Chiesa Cattolica riguardante l'Eucaristia, cap. 6 del Vangelo di Giovanni, I Lettera ai Corinzi cap. 11, "Io sono la vita del mondo" Ed. paoline, catechesi di p. Matteo che trattano i temi riguardanti la vita eucaristica e la sua azione in noi, individualmente e comunitariamente; segue quindi la condivisione della parola; infine ringraziamento e breve intercessione per i nostri bisogni e per quelli della comunità. Ogni cenacolo ha adottato delle proprie pratiche di fraternità, come ad esempio la preghiera a turno per un fratello mediante la "pesca" di un biglietto con il nome di colui per il quale pregare fino alla prossima riunione; o 1 accoglienza con un pizzico di sale (secondo una antica pratica di benvenuto dell'ospitante all'ospitato), e che ricorda che siamo "sale della terra", come dice Gesù, o altro. E' importante però che si mantenga la struttura di cenacolo di formazione e di crescita in seno alla comunità, e per questo mensilmente relazioniamo al pastorale quanto accade nei singoli cenacoli, per condividere le gioie o comunicare se si sono trovate difficoltà, ed eventualmente emendarci di qualche errore; o ancora per ricevere consigli o nuove disposizioni da adottare. Osservazioni: dalle relazioni mensili si nota una sostanziale buona salute sia dei cenacoli che dei gruppetti. Si sono sviluppati nuovi carismi, e soprattutto i frutti dello Spirito.Nel cenacolo Cristo è presente come Parola che, "eucaristizzata" dallo Spirito Santo nella preghiera di ringraziamento prima e dopo l'ascolto, si fa cibo da condividere in comunione tra noi. La S. Messa quotidiana, anche nel giorno del cenacolo, è una condizione indispensabile per la salute del cenacolo stesso.Una sana vita eucaristica deve inevitabilmente portare ad una maggiore unione fra noi e ad un progressivo avanzamento nel processo di trasformazione in Cristo Signore, che è quello che ci siamo prefissi di raggiungere dal giorno che abbiamo cominciato il seminario di effusione. Questo obiettivo lo si raggiungerà solo in cielo, ma il nostro cammino quotidiano deve essere orientato a tal fine. Questo è ciò a cui mira l'Eucaristia, e ciò che è l'oggetto della nostra riflessione cenacolare; e questo cammino va fatto insieme con i fratelli che il Signore ci ha messi accanto, altrimenti non avrebbe senso né la comunità né tanto meno il cenacolo che è espressione, in scala ridotta, di una comunità più grande che è quella della "Noce", nonché del R.n.S. da cui traiamo la nostra identità. Proprio per rafforzare questa identità ci è stato raccomandato dal pastorale di leggere e commentare qualche articolo della Rivista del Rinnovamento, e cercare di partecipare ai convegni nazionali e regionali. Il gruppo deve trasformarsi in comunità carismatica sul modello delle prime comunità apostoliche, e tutti dobbiamo avere questo medesimo sentimento, altrimenti ci disgreghiamo e non facciamo comunione gli uni con gli altri. Essere Corpo di Cristo è un'obiettivo ambizioso e non facile da realizzare se con la nostra volontà non ci imponiamo di superare tutte le difficoltà che inevitabilmente si incontrano e che tendono a colpirci nella fede e nella speranza che abbiamo in Cristo Signore, e soprattutto nella carità. Per questo è importante che partecipiamo assiduamente, tutti, alla preghiera comunitaria, all'Eucaristia insieme, e ad altri momenti di vita in comune. Questo è possibile solo se ci lasciamo "fare" dallo Spirito Santo e mettiamo la nostra volontà e il nostro impegno piccolo ma costante nella vita pratica di ogni giorno, mantenendoci "separati" dalla mentalità di questo mondo, pur vivendo in esso. A questo mira l'insegnamento che trattiamo nel cenacolo, sviluppato dalle catechesi di p. Matteo, il quale, sotto l'impulso dello Spirito Santo, ci ha costituiti in comunità come San Paolo, ci guida come Mosè nel deserto, e come Gesù si fa Eucaristia (pane), e si dà in cibo con la parola e con la vita. Faccio l'elogio del nostro pastore perché anche egli è centro di unità fra di noi, ed è bene che sappiamo vedere quale grande privilegio ci ha dato il Signore di essere guidati da lui (le catechesi sono a disposizione di tutti i cenacoli presso la segreteria della Noce o presso il cenacolo "Betlemme"). Ringraziamo Gesù della Sua presenza in mezzo a noi in ogni nostra riunione, con Maria e lo Spirito Santo, e preghiamo perché possiamo essere fermento e nuovo impulso per restaurare, nella comunità, quello che il tempo e il nemico hanno danneggiato. Amen!
Enrico Emanuele
L'ANGOLO DELLE TESTIMONIANZE LA GIOIA DI RIMINI
Come ogni anno, si torna da Rimini pieni di gioia e di entusiasmo per le meraviglie che il Signore ha compiute. Proprio a Rimini, dove spesso abbonda il peccato (immoralità, discoteche, convegni profani), come ha sottolineato P Matteo, il Signore si prende ogni anno la rivincita facendo sovrabbondare la sua grazia e riempiendo i cuori della sua presenza. Andare a Rimini comporta spesso sacrifici, ma il Signore li ricompensa in abbondanza. Anche il nostro fratello diacono, Marcello, con difficoltà è andato a Rimini, e ha cantato leggendo il Vangelo con un occhio; ha cantato così bene, che tutti hanno applaudito, per tre giorni. E' proprio l'opera di Cristo, l'opera dello Spirito che, pure nell'infermità, ha fatto cantare e non ha fatto indietreggiare questo nostro fratello. Tante persone sono rimaste trasformate dalla grazia del Signore; hanno gioito, hanno cantato, hanno glorificato Dio. Ed è proprio questa carica di gioia che è stata evidenziata dai diversi fratelli e sorelle (soprattutto giovani) che hanno reso testimonianza al gruppo della Noce, al loro rientro da Rimini. « Eravamo quattro ragazze assegnate al gruppo Alfa », ha detto una nostra sorellina; « ce n'erano da tutta l'Italia. Siamo state tutto il tempo insieme. Il Signore ci ha unite, e ci ha dato una grande gioia e una grande pace. Ora siamo rimaste molto unite tra noi ». E un'altra sorella: "La gioia che ho provato e l'amore che sento dentro il mio cuore li voglio manifestare a tutti. Gesù è risorto e noi dobbiamo risorgere con Lui per lodarlo e benedire il suo nome per sempre. Rosa: "Per me era la prima volta. E' stato un viaggio faticoso per me sofferente, ma una gioia così grande non l'ho mai provata.. . Non so che mi è successo dentro, non mi so esprimere. Durante il viaggio poi, sopra il treno, la via del ritorno non l'abbiamo vista. Abbiamo volato! . . . A che eravamo a Barcellona a che siamo arrivati a Palermo
Michele: Anche per me era la prima volta e là ho trovato veramente le meraviglie che Dio ha fatte. A primo impatto mi sono disorientato veramente, perchè c'era un popolo. Poi mi sono preso di coraggio vedendo P. Matteo e Marcello. Mi sembrava che da molti anni vivevo in mezzo a tutti questi fratelli. Io sono un peccatore e il Signore mi ha tenuto quattro giorni in braccio. Mi ha fatto dimenticare i miei cari mi ha riempito il cuore di gioia. In ultimo il Signore ci ha voluto elargire una grande grazia (e non è una mia invenzione perché l' hanno testimoniato in tanti): ci ha voluto premiare di un sorriso, il sorriso di Gesù Misericordioso". Simona: "E' stata una chiamata del Signore. E' stata un'esperienza bellissima. Ero così gioiosa che sono riuscita a coinvolgere un po' tutti". 'Giuseppe: "Siamo partiti un po' addormentati e invece al ritorno, alla stazione di Rimini, tutti ci guardavamo perché eravamo pieni di gioia, di giubilo, e ci siamo messi tutti a cantare ». Giusi: "La presenza di Cristo l'abbiamo vissuta dentro di noi. E' la Cristo-conformazione e questo lo vogliamo dire a tutti ». Una sorella: "Siamo stati tutti chiamati. Io sono stata chiamata. I posti in treno erano tutti esauriti, ma io desideravo andare a Rimini. Un fratello mi ha detto: "Fatti le valigie e vai alla stazione". Io ho avuto fede in Dio e l' ho fatto. Ebbene, il Signore mi ha accontentata." Giuseppina Trupiano: "Voglio ringraziare il Signore per la presenza di tutti i gruppi religiosi. La preghiera è stata gioiosa. Anche il S. Padre ci ha mandato il messaggio ed eravamo tutti felici". Francesco: Sono 12 anni che vado e vengo da Rimini. Anno per anno c'è sempre stata una novità, una spiritualità diversa, ed è sempre un'esperienza felicissima. Il Signore ci dà la carica. Ed io, al ritorno, vorrei abbracciare tutti perché il Signore ci dà questa carica e sembra dirci: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".
Pro manuscripto ad uso Interno del gruppi R.n.S. Recapito: Parrocchia S. Cuore Piazza Noce - PALERMO
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